Negli ultimi anni, la mucoprolassectomia con stapler ha subito un lieve
declino, da una parte per la percentuale di recidive maggiori rispetto
all’emorroidectomia, e dall’altra per le “insolite” complicanze, a volte
molto gravi che hanno indotto molti chirurghi a farne un uso più moderato.
Tra le complicanze, ricordiamo il sanguinamento, variabile nel 5-8 % dei
casi che talvolta richiede un ricovero per il trattamento in sala operatoria.
La stenosi anale è presente in una percentuale che va dal 2 all’ 8 % dei casi,
ma solo un 1 % richiede un re-intervento chirurgico. L’incontinenza anale
è generalmente lieve e può essere secondaria a lacerazioni dell’apparato
sfinteriale interno. Nel 5-25 % dei casi un disturbo che in genere insorge nelle primissime giornate post operatorie è l’ urgenza defecatoria legata alla riduzione della compliance rettale secondaria all’intervento chirurgico che determina un’alterazione della risposta sensoriale e motoria a questo livello. Ciò accade perché il reservoir rettale viene anatomicamente e fisiologicamente modificato dalla stapler che crea a tale livello un cercine di fibrosi che altera la stimolazione delle terminazioni nervose, determinando un alterazione di un riflesso importante presente a tale livello, ossia quello dell’adattamento che ci permette di procrastinare l’evacuazione. Tale segnale viene quindi alterato dall’intervento per cui il /la Paziente non avendo più tale riflesso, nel momento in cui arrivano le feci in ampolla deve “correre” in bagno!
Il 2- 3% dei Pazienti accusano una proctalgia cronica e dolore post evacuazione, legato verosimilmente al tenesmo sopradescritto associato o meno ad un ipertono reattivo del muscolo sfintere interno. E’ una situazione molto grave, pesante per il/la Paziente che la subisce con un’importante influenza sulla propria qualità di vita e altrettanto di difficile gestione per lo specialista che la affronta!
Esistono altre complicanze piuttosto rare, quali la fistola retto-vaginale, ossia una soluzione di continuo tra retto e vagina, e la perforazione del retto con conseguente sepsi pelvica, tutte complicanze piuttosto gravi.
Questo non vuol dire che la mucoprolassectomia con stapler non sia una tecnica valida, ma, molto spesso l’insuccesso di un intervento chirurgico è legato alle non corrette indicazioni all’intervento chirurgico oltre ad una non perfetta conoscenza della tecnica da parte del chirurgo.
Malattia Emorridaria
mucosa procidente immediatamente al di sopra del canale anale andando contemporaneamente a chiudere i peduncoli vascolari delle emorroidi interne. Non si tratta di un’emorroidectomia, dato che i cuscinetti emorroidari vengono conservati, bensì di una riduzione del prolasso mucoso nel canale anale associata ad una riduzione del flusso ematico alle emorroidi.
Si tratta di una tecnica la cui efficacia immediata sulla riduzione del prolasso ne fa un intervento indicato nella patologia emorroidaria di III grado, ma che richiede una valutazione completa.
Le emorroidi sono prerogativa della società occidentale in cui, un’alimentazione a basso contenuto di fibre naturali rappresenta uno dei fattori predisponenti la malattia; ulteriori cause sono lo stile di vita e la situazione ormonale. EMORROIDOPESSI O MUCOPROLASSECTOMIA
CON SUTURATRICE MECCANICA CIRCOLARE (PPH)
L’emorroidopessi con stapler o mucoprolassectomia si basa su un principio completamente differente dalle tecniche precedenti, ossia di correggere il prolasso mucoso realizzando una resezione della