Visita Proctologica
La visita proctologica rappresenta il primo ed essenziale tempo diagnostico fondamentale per un Paziente che presenta disturbi della regione ano-rettale al fine di indirizzarlo verso un adeguato iter terapeutico. La visita proctologica ha il compito di evidenziare patologie benigne e maligne del canale anale e dell’ultima parte del retto, oltre a permettere un’iniziale valutazione di malattie funzionali quali la stipsi e l’incontinenza.
Se la fase introduttiva del cibo viene vissuta come un momento di piacere e di aggregazione sociale, non altrettanto può dirsi della fase espulsiva dei residui alimentari che, nell’età adulta, rappresenta un momento di intimità, non condivisibile. Questa forma di pudore verso l’atto evacuativo e le parti anatomiche ad esso connesse, crea notevole disagio al Paziente nel momento in cui deve essere sottoposto ad indagini esplorative del distretto ano-rettale. Sarà dunque compito del medico mettere il Paziente a proprio agio, rassicurandolo durante la visita, al fine di realizzare un rapporto confidenziale tra medico esaminatore e Paziente.
La visita proctologica deve essere svolta in un ambiente confortevole e inizia con un colloquio in cui il Paziente descrive tutti i sintomi per cui ha deciso di consultare lo Specialista.
In questo modo lo specialista acquisisce delle informazioni preziose su quelle che sono le proprie abitudini alimentari, cercando di indagare sull’adeguato introito di verdura, frutta, cereali e di acqua, per poi passare ad indagare sulle caratteristiche dell’alvo: in particolare sul numero di evacuazioni nell’arco della giornata, sul tipo di feci emesse, sull’eventuale presenza di sangue o muco e la percezione o meno dello stimolo.
Al colloquio segue la visita proctologica vera e propria; il medico effettuerà una visita generale e successivamente quella della regione anale e perineale. Essa consta di 3 fasi ben distinte:
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ISPEZIONE ANALE
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ESPLORAZIONE RETTALE
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ANO-RETTOSCOPIA.
Per un’adeguata esecuzione della visita proctologica il corretto posizionamento del Paziente è fondamentale; in genere il Paziente viene invitato ad adagiarsi sul lettino sul proprio fianco sinistro con le ginocchia portate al petto nella cosiddetta posizione di Sims. Questa posizione risulta confortevole per il Paziente e consente una buona esplorazione del perineo e della regione sacrale. E’ inoltre ideale per la valutazione della dinamica funzionale del pavimento pelvico per la misurazione di un’anomala discesa del pavimento pelvico e per l’ispezione ed esplorazione funzionale della regione ano-rettale.
Nel caso di una donna sarà più utile visitarla in posizione ginecologica: in questa posizione sarà più agevole la valutazione non solo della regione ano-rettale, ma di tutto il pavimento pelvico; questo perché, nella donna, molto spesso un problema della regione anale, spesso è associata ad un difetto del compartimento anteriore.
Si inizierà quindi con l’ISPEZIONE ANALE; per molte condizioni patologiche è un tempo già sufficientemente diagnostico e consente di rilevare una dermatosi perianali, un prolasso emorroidario, una ragade anale, eventuali orifizi fistolosi, o ascessi della fossa ischio rettale,o una cisti pilonidale.
Successivamente il Paziente viene invitato ad effettuare il torchio addominale (si invita il Paziente a spingere come se dovesse evacuare) sia per evidenziare eventuali cuscinetti emorroidari procidenti, o un prolasso rettale mucoso o completo, sia per una valutazione obiettiva dell’escursione del diaframma pelvico: una sua eccessiva escursione è tipica della sindrome da perineo discendente.
La fase successiva è l’ESPLORAZIONE RETTALE; essa consiste nell’introduzione attraverso l’ano di un dito rivestito da un guanto ben lubrificato con un gel anestetico.
E’ un tempo fondamentale dell’esame proctologico e permette di apprezzare l’integrità dello sfintere, l’eventuale presenza di fissurazioni anali o ragadi o di ascessi anali, e dell’esistenza di formazioni polipoidi aggettanti nel lume rettale. Nell’uomo sarà possibile apprezzare la prostata, andando a valutare le sue dimensioni, la sua consistenza e il profilo della ghiandola; nella donna, sarà possibile valutare, l’eventuale cedimento della parete anteriore del retto e lo stato degli organi pelvici.
La visita proctologica si conclude generalmente con l’esecuzione di un’ANO-RETTOSCOPIA. L’eplorazione endoscopica viene eseguita con un anopscopio o un rettoscopio. Vi sono opinioni discordanti circa la necessità di una preparazione preliminare della regione ano-rettale. Se da un lato essa può essere di notevole utilità, in quanto consente una perfetta esplorazione della mucosa, dall’altro può alterare il normale pattern vascolare e cancellare elementi orientativi per la diagnosi quali tracce di sangue, di muco, di pus che molto spesso sono la spia di lesioni situate nei distretti a monte. Per tale motivo, A MIO AVVISIO la prima esplorazione endoscopica va eseguita senza alcuna preparazione intestinale. Successivamente, qualora dovesse essere approfondita quest’indagine si valuterà l’opportunità di eseguire una pulizia.
L’ano-rettoscopia consiste nella delicata introduzione nel canale anale di un piccolo cilindro di plastica trasparente monouso (lungo circa 6-10 cm) che, mediante insufflazione di modeste quantità di aria per distendere il retto, permette di avere una visione completa delle pareti rettali e del canale anale. Il diametro di questo strumento é poco più di quello del dito, per cui l’esame non è doloroso e i fastidi sono minimi e ben sopportati dal Paziente.
La visita proctologica molto spesso è sufficiente a porre una diagnosi e di conseguenza permette di prescrivere una terapia; talvolta, a completamento della visita vengono richiesti al Paziente ulteriori esami complementari in rapporto all’ipotesi diagnostica e/o in rapporto alle necessità di eventuali trattamenti chirurgici.